A proposito di cattive suggestioni

A proposito di cattive suggestioni

 

Immaginiamo un aggiornamento delle parole “Internet” e “Opinione” su un qualunque dizionario di citazioni. La frase di Umberto Eco sugli imbecilli della Rete - ormai entrata nella memoria collettiva - si potrebbe inserire sotto queste due parole con la stoccata di Aldo Grasso agli opinionisti televisivi:”opinionisti di tutto il mondo, opinatevi”. Affermazioni del genere non sono mai state così vere nell’era dei social, che hanno ingigantito il confronto tipico dei vecchi forum nel bene come, purtroppo, nel male. Si parla tanto di influencer, ma oggi il vero influencer non è solo il blogger e lo youtuber, ma il cosiddetto hater o, per dirla con Enrico Mentana, webete: l’utente medio convinto di potersi esprimere senza filtri su qualunque argomento, pensando che un bagaglio di conoscenze basato su impressioni e stereotipi valga quanto lo studio approfondito di una determinata materia.

 

Soprattutto Facebook è il social dove ogni giorno l’hater regala “perle di saggezza” offensive e a volte scurrili. In un panorama del genere, anche il settore artistico risente delle cattive suggestioni amplificate dalla Rete. Suggestioni pericolose non solo per il pubblico, ma, in particolar modo, per chi in futuro potrebbe diventare cantante, attore e conduttore televisivo o radiofonico.

Nei mesi scorsi il profilo Facebook del programma “Le Iene” è stato sommerso dalle polemiche sugli scherzi che lo youtuber Sebastian Gazzarini ha fatto a diversi vip con una app che, inquadrato il soggetto con la fotocamera dello smartphone, gli rivolge frasi sarcastiche ed esplicite. Tanto è bastato perché già dal primo servizio gli utenti si lasciassero andare a commenti decisamente peggiori delle frasi pronunciate dalla voce della app Federica Minia. I più gentili sono stati “La morale che date ai giovani: non studiate, non lavorate, postate c... su YouTube e arrivate in televisione. Ecco che c... racconterò ai miei figli“ e ”se trasmettete 5 minuti di video di gatti al posto di sta roba è più divertente”. Gli altri li omettiamo perché sopra le righe e in alcuni casi passibili di querela.

Frasi di questa portata, oltre a manifestare una bella dose di moralismo e chiusura verso la Rete, potrebbero essere molto dannose per ragazzi che vogliono intraprendere un mestiere artistico. Un adolescente che non ha ancora intrapreso un percorso di studi getterebbe la spugna già prima di cominciare, perché la sua unica fonte di informazione sono proprio i commenti sui social.

Tutto questo dimostra come facciano spesso più danni gli stolti dei cattivi. Con le sue critiche spicciole, un hater risulterebbe molto più dannoso di un artista mancato che ripiega sull’insegnamento o di un maestro in delirio di onnipotenza. Se leggiamo attentamente i commenti ad un qualunque stato Facebook su cinema, televisione, musica o doppiaggio, non ci troviamo solo un frasario di stereotipi sul mondo dello spettacolo, tirato fuori per Gazzarini e altri giovani volti noti. Il commentatore della prima ora trasmette anche una coscienza per niente critica e fortemente ipocrita: parlare male dello youtuber o del figlio d’arte e lasciare stare individui privi di talento che vogliono stupire con “effetti speciali”. Diventa quindi un cattivo maestro di vita, un portatore di non valori e confusione che potrebbe essere sostituito da un professionista affermato col quale confrontarsi dopo uno spettacolo.

Una situazione così poco incoraggiante si verifica in molti casi quando mancano interesse e supporto da parte di genitori e insegnanti. La Rete in sé non è sempre pericolosa, ma diventa tale per colpa di un nucleo familiare dove manca la comunicazione e di corpi docenti poco motivati e distratti. Non sarebbe il caso di partire da qui per arginare gli effetti venefici dei “leoni da tastiera”?

C’è anche un altro aspetto da sottolineare. Rifacendoci alle dichiarazioni del Prof.Eco, una volta anche i classici stereotipi sul mondo artistico erano presenti nei discorsi del cliente di un bar prontamente zittito. Vi siete mai domandati come hanno fatto professionisti noti a diventare conosciuti e stimati da pubblico e addetti ai lavori? Indubbiamente col talento e la preparazione, unite a una buona dose di fortuna. Ma anche con una qualità che è alla base di qualunque aspirazione professionale: non avere preso le frasi di alcuni individui come oro colato, toccando con mano un ambiente di lavoro e vivendo la gavetta, iniziali porte in faccia comprese.

E’ necessario partire da questo concetto per iniziare un cammino vero e non farsi condizionare dalle cattive suggestioni della Rete. E forse i ragazzi potrebbero trovare quella fortuna che, come affermato una volta dallo speaker e attore Alex Poli (voce di Rtl), dobbiamo cercare senza aspettare troppo che arrivi.

Una consolazione piccola ma importante ci viene da una parte di utenti e artisti del Web che mostra di non sopportare più i “grandi discorsi” degli haters.

Tra questi Favij, uno degli youtuber più amati, con questa parodia di “Occidentalis Karma”, sfogo di un talento della Rete invaso da commenti poco eleganti sulle sue pagine social.

                                                                                                            Marco Bonardelli